L’ITALIA si preparerà ad una fase di maltempo intenso e prolungato a partire dal 18-20 GENNAIO: lo confermo le ultime uscite modellistiche che mostrano un’anticiclone in ritirata verso l’ATLANTICO SETTENTRIONALE, garanzia per l’apertura di un CANALE GELIDO proveniente dal Nord Europa verso il Mediterraneo e l’Italia. Saranno diversi gli impulsi gelidi che minacceranno la nostra penisola già a partire dal 18-20 Gennaio. Cerchiamo di capire qualcosa di più!
Dopo la fase mite ed anticiclonica 13-17 GENNAIO, una flusso di aria gelida proveniente dalla Scandinavia punterà direttamente verso l’Italia. Complice ancora un’anticiclone piuttosto invadente, questa colata di aria fredda potrebbe prediligere l’entrata attraverso la Porta della Bora, favorendo quindi una fase di maltempo per le regioni adriatiche ed il Centro-Sud. Arriverà la prima NEVE e le temperature inizieranno a calare di molti gradi, riportandosi anche ben sotto le medie stagionali del periodo. In questa prima fase il Nord-Ovest resterà probabilmente ai margini, protetto dalla catena alpina.
Ma quel che vogliamo evidenziarvi quest’oggi è quello che potrebbe venirsi a creare nei giorni successivi: il flusso gelido continuerà ad allontanare sempre più l’anticiclone verso l’Atlantico cercando un’entrata anche più occidentale, attraverso la Valle del Rodano. La penisola italiana verrebbe così investita nuovamente da altre IRRUZIONI GELIDE via via sempre più intense, sia dalla Porta della Bora ma anche da quella del Rodano, creando le condizioni ottimali per una fase di maltempo invernale prolungata. La NEVE potrà arrivare a bassa quota, addirittura fino in pianura su moltissime regioni. In meno di 10 giorni potremmo assistere ad almeno 3-4 ondate di gelo e neve sull’ITALIA (praticamente quelle avute finora dall’inizio dell’inverno meteorologico, ma concentrate in pochissimi giorni).
Un’occasione ghiotta per vivere le giornata più fredde di questa stagione invernale e con moltissime occasioni per vedere NEVE al piano sia al Centro-Nord ma localmente anche su alcune regioni meridionali. E da questa situazione probabilmente non ne usciremo prima della fine di Gennaio 2022.
