Non bastava la pandemia da Covid-19 e l’epidemia di aviaria, ora è arrivata anche la PESTE SUINA. La peste suina africana, isolata per la prima volta in Kenya cento anni fa, nel 2007 ha fatto la sua prima comparsa nel Caucaso, per poi diffondersi in Russia e Ucraina. Dalle Repubbliche baltiche si è estesa nel 2017 in Repubblica Ceca e Romania, nel 2018 in Ungheria, Bulgaria e Belgio. Nel 2019 ha continuato a espandersiverso i Paesi asiatici (in primis Sud Corea e Cina), e verso ovest, raggiungendo prima la Serbia e poi, nel 2020, Germania e Grecia.
Secondo gli ultimi dati giunti nella serata di ieri, sono almeno oltre 100 i comuni interessati, 78 in Piemonte e 36 in Liguria, considerati dal Ministero della Salute nella ‘zona infetta” da Peste Suina Africana. Ad oggi sono quattro i cinghiali trovati morti per il virus.
In PIEMONTE i comuni interessati si trovano tutti in provincia di ALESSANDRIA. “In attesa dell’ordinanza del Ministero che definirà le misure straordinarie per limitare la diffusione della malattia – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – l’Asl di Alessandria sta chiedendo ai sindaci dei Comuni interessati di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie, rafforzando il più possibile la sorveglianza nei confronti dei cinghiali e dei suini da allevamento. E’ stata innalzata al massimo livello di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.
In LIGURIA è stata vietata la caccia di qualsiasi specie, la raccolta di funghi e altre attività concernenti le aree boschive. La movimentazione di qualsiasi tipo di animali zootecnici è vietata, in entrata e in uscita. Ed è stata sospesa a tempo indeterminato anche la certificazione veterinaria riguardante l’esportazione delle carni suine.
Si tratta di un virus che si trasmette molto facilmente ma che colpisce esclusivamente gli animali suini e i cinghiali. Non si trasmette all’uomo, né agli altri animali. L’elevata contagiosità rende però necessaria una particolare attenzione agli allevamenti suini sul territorio e al controllo delle popolazioni selvatiche.