L’URAGANO arriverà in ritardo ma sarà più “CATTIVO”: previste ONDE di 8 metri e violenti NUBIFRAGI

Pubblicato il 27 Ottobre 2021 alle 8:09

L’URAGANO MEDITERRANEO in formazione al largo delle coste siciliane, arriverà probabilmente con qualche ora di ritardo. Dopo un mercoledì particolarmente tranquillo, anche la giornata di domani GIOVEDI 28 OTTOBRE potrebbe risultare particolarmente mediocre. Questo RITARDO sulla tabella di marcia potrebbe non essere un buon segnale: infatti il “MEDICANE” o “URAGANO MEDITERRANEO” sosterà per più ore sui caldi mari del basso Mediterraneo, potenziandosi ulteriormente e raggiungendo la SICILIA solo nella notte tra giovedì e venerdì e per le 24 ore successive. Piogge intense, temporali ma soprattutto venti tempestosi fino a 100-120 km/h e rischio di forti mareggiate.

Si teme che in poche ore possano cadere quantativi fino a 150-200mm di pioggia tra Siracusano e Catanese, fino a 100-150mm nel Messinese e Ragusano, fino 90-100mm anche a Reggio Calabria. Non sono quantitivi particolarmente spaventosi, ma se consideriamo i terreni saturi d’acqua, anche quantitativi di tale portata, potrebbe causare gravi disasi, allagamenti ed esondazioni.

Quindi concludendo, questo temibile URAGANO avrà una durata minore ( circa 24 ore ) ma un forza probabilmente più intensa rispetto alle previsioni delle scorse ore.

Secondo Gianmaria Sannino, climatologo presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). “Ci attendiamo mareggiate importanti nella Sicilia sudorientale, con piogge e onde significative, che potrebbero superare gli otto metri di altezza al largo delle coste siciliane e maltesi. Ci aspettiamo che tra il 28 e il 29 ottobre il Medicane si spostera’ verso est, colpendo la Grecia. Di Medicane nel Mediterraneo se ne formano in media nell’anno 1-2 e questa e’ la stagione tipica per la formazione di questi oggetti meteorologici”, continua l’esperto.

L’URAGANO mediterraneo si chiamerà “APOLLO”: rischio meteo per ALLUVIONI, MAREGGIATE e VENTI TEMPESTOSI

La climatologia segue tempistiche piuttosto lunghe – sottolinea Sannino – e necessita di dati relativi alla frequenza e all’entita’ di fenomeni meteo estremi. Per quanto riguarda i Medicane, ad esempio, un solo episodio non puo’ essere considerato un chiaro indice di un cambiamento profondo nel clima, perche’ si tratta di fenomeni relativamente rari, che interessano il Mediterraneo con una frequenza media di 1,5 ogni anno. Questo significa che la scienza climatica non ritiene rilevante un’annata in cui si contano due Medicane, mentre se statisticamente la media annuale su lunghi periodi si modifica, possiamo inferire un’alterazione legata al cambiamento climatico. Ogni evento deve inoltre essere valutato a se’, considerando la velocita’ del vento, l’altezza delle onde e una serie di parametri che possono indicare una variazione piu’ o meno importante nell’andamento medio di questi fenomeni. A fine anno si valutera’ l’insieme di Medicane che si sono verificati nei mesi precedenti, compresi gli eventuali fattori di preoccupazione, come ad esempio la velocita’ di propagazione, associata a danni piu’ violenti in caso di Medicane piu’ lenti”.

L’aumento della frequenza e dell’intensita’ degli eventi climatici estremi rappresenta uno degli aspetti piu’ preoccupanti del profondo cambiamento che sta interessando il pianeta Terra – continua Sannino – i modelli di previsione suggeriscono che la situazione tendera’ a peggiorare, specialmente se non si interviene al piu’ presto con azioni di mitigazione mirate ed efficaci. Sappiamo che il cambiamento climatico e’ ormai inevitabile, ma possiamo influenzare la gravita’ delle conseguenze che le prossime generazioni dovranno affrontare”.

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