Vertice GOVERNO-REGIONI su nuovo DPCM: Premier CONTE spinge per chiusure localizzate, ZAIA e TOTI si oppogono!

Pubblicato il 1 Novembre 2020 alle 8:34

E’ in corso da oltre due ore la riunione a Palazzo Chigi, in video conferenza, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza sulle misure da adottare per contenere l’epidemia da coronavirus. Il nuovo Dpcm come annunciato dallo stesso premier dovrebbe essere pronto per domani. Adesso la riunione si è aperta anche ai capigruppo di maggioranza.

Al momento si sta discutendo sulle nuove misure che saranno varate domani, attraverso un nuovo Dpcm. Cosa prevederà? Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte sarebbe d’accordo con le Regioni sulla richiesta di misure più restrittive ma, in base a quanto si apprende da fonti della maggioranza, a differenza di quanto vogliono i governatori, sarebbe orientato a modularle in base alla diffusione territoriale del Covid, più che a varare provvedimenti di carattere nazionale. Fra le restrizioni sul tavolo della riunione in corso a palazzo Chigi tra il premier e le forze che sostengono il governo c’è l’interruzione della mobilità interregionale, fatto salvo ragioni di lavoro, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, la chiusura alle 18 di tutte le attività. Restrizioni ma solo dopo una valutazione dell’indice Rt, regione per regione.

Tra queste le ipotesi che sono state valutate sono: l’interruzione della mobilità interregionale fatto salvo per ragioni di lavoro, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, la chiusura alle 18 di tutte le attività.

“In queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l’ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”. Lo avrebbe detto il ministro della Salute Roberto Speranza al vertice con gli Enti locali, secondo quanto si apprende.

“In Europa la convivenza col virus senza misure restrittive non sta reggendo, in lockdown sono arrivati Francia e Gran Bretagna, con ottimi sevizi sanitari – avrebbe detto ancora Speranza – e si sono aggiunti anche Belgio Austria e Portogallo”. “Dovremmo rafforzare insieme questo racconto anche davanti al Paese – avrebbe ancora affermato il ministro rivolto a governatori e sindaci -, abbiamo una disponibilità di terapia intensiva maggiore di marzo e non abbiamo necessita’ di rincorrere materiali in giro per il mondo, ma dobbiamo oggi abbassare la curva dei contagi”.

Cosa dicono le Regioni?

Pareri contrastati dalle Regioni. Per il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve, in Veneto la maggior parte sono asintomatici e la sanità è assolutamente sotto controllo. Zaia si sarebbe detto favorevole a misure nazionali, “decidiamole insieme e chi ritiene può aggiungere misure territoriali restrittive. Dobbiamo fare squadra ed essere uniti tra noi e il governo”, ma avrebbe sottolineato che l’ RT non sempre è paragonabile tra Regioni perché il numero dei tamponi e del contact tracing sono diversi; vanno irrobustite le cure domiciliari.

Secondo il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è “necessario che i provvedimenti vengano presi a livello nazionale. Il lockdown è l’unica misura che si è dimostrata efficace, se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti procediamo, ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown facciamolo, ma no un lockdown territoriale, se fermiamo Milano si ferma la Lombardia”. Lo ha detto, a quanto si apprende il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, nella riunione di questa mattina organizzata dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, con il ministro della Salute, Roberto Speranza, le Regioni, l’Anci e le Province.

“Il virus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo, possiamo forse aspettare ancora qualche giorno magari riducendo capienza del trasporto pubblico locale, allungando il coprifuoco, tenendo a casa gli over 70 ma sono misure interlocutorie – ha aggiunto – I cittadini non sono più disposti a seguirci se non diamo garanzie certe dei ristori”.

Il Governatore della Puglia, Michele Emiliano spiega che”le linee guida del piano di rimodulazione degli interventi in base alla curva epidemiologica, approvate in maniera condivisa tra Stato e Regioni, se non rispettate determinano responsabilità importanti. Nessuno sa quanto durerà l’epidemia, probabilmente faremo una serie di stop&go che non sono contraddizioni ma la naturale gestione di una pandemia. Alla luce di questi stop&go la didattica in presenza può essere interrotta, capisco i problemi organizzativi delle famiglie, studiamo un meccanismo per fargli prendere babysitter o congedi parentali. Se dopo le 18 abbiamo detto che si chiudono attività non necessarie allora dopo le 18 non bisogna più stare in giro o fare cene con non conviventi – ha aggiunto -. Stiamo riconvertendo tutti gli ospedali pugliesi per arrivare a fine novembre a poter ricoverare fino a 2500 persone ma se non abbiamo la certezza che ci sarà un picco che poi scenderà dobbiamo”.

Polemiche invece hanno interessato il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, il quale è stato accusato in merito a un post sugli anziani: “Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown. Proteggendo i nostri anziani di più e davvero, la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi diventerebbero infinitamente minori. Sarebbe folle richiudere in casa tanti italiani per cui il Covid normalmente ha esiti lievi, bloccare la produzione del Paese, fermare la scuola e il futuro dei nostri giovani e non considerare alcun intervento su coloro che rischiano davvero. Speriamo ci sia saggezza stavolta e non demagogia” scrive.

Per Toti si tratta di un tema che “nessuno sembra voler affrontare e che potrebbe essere risolutivo: la maggior parte dei pazienti gravi nei nostri ospedali e purtroppo anche dei morti che piangiamo ogni giorno è composta da persone sopra i 75 anni. E per quanto ci addolori ogni singola vittima, non possiamo non tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Si tratta di persone che sono per fortuna per lo più in pensione, non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese ma essendo più fragili vanno tutelate in ogni modo”.

Il post aveva scatenato non poche polemiche, e il Governatore ha chiarito poco fa: “Sto scrivendo questo post in prima persona, parola per parola, come faccio sempre con i messaggi più importanti e prego tutti i frequentatori di questa pagina Facebook, amici, nemici, giornalisti e curiosi, di leggerlo con attenzione. Mi assumo sempre la piena responsabilità delle mie idee e delle loro esplicitazioni e lo faccio anche in questo caso. Un mio precedente tweet, scritto in effetti malamente da un mio collaboratore, ha scatenato l’inferno. È stata una cosa mal fatta. Mi dispiace e chiedo scusa, per me e per chi l’ha scritto. Chi lavora talvolta sbaglia. E magari imparando dall’errore, migliorerà in futuro”. 

Il Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha parlato di “ragionare su uno stop della circolazione, dopo un certo orario”. Il governatore avrebbe inoltre evidenziato il concetto secondo cui più ci sono misure nazionali più si dà il senso di uniformità perché sarebbero più facili da spiegare al Paese, anche perché la situazione è diffusa in tutto il Paese. Meglio qualche misura più restrittiva oggi, il suo ragionamento, per evitare di intervenire ogni settimana. Bonaccini avrebbe inoltre ricordato di aver proposto la chiusura dei centri commerciali nel week-end anche per l’ultimo Dpcm.

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