Tornano NEBBIA e SMOG sul Nord Italia: secondo gli esperti può incidere negativamente sul CORONAVIRUS

Pubblicato il 20 Ottobre 2020 alle 8:21

Il nucleo anticiclonico che ha riportato stabilità sull’Italia dall’inizio di questa settimana e che sarà responsabile di un aumento termico nei prossimi giorni, non è foriero solamente di buone notizie.
Come è normale che sia in questa stagione, in regime di alta pressione, sono tornate infatti foschie, nebbie e nubi basse, soprattutto sulla Val Padana, i cui abitanti, già nella mattinata di martedì, si sono risvegliati sotto una grigia coltre.

E’ proprio la maggiore stabilità atmosferica, dovuta alla presenza di un’area anticiclonica in progressivo rafforzamento e all’assenza di vento, a favorire questi fenomeni, specie nelle ore più fredde: gli occhi sono puntati soprattutto alle basse pianure di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove i cosiddetti “banchi” potranno localmente risultare fitti, specie nelle prime ore del mattino e durante la notte. Qualche foschia non è peraltro da escludere anche nelle vallate interne del Centro, specie quelle toscane.
Il rischio di nebbie ci accompagnerà quanto meno fino a giovedì 22: come possiamo vedere nella mappa sottostante in alcune zone delle basse pianure del Nord la visibilità potrà risultare inferiore ai 50 metri (colore viola). Raccomandiamo quindi prudenza a chi si metterà in viaggio su strade ed autostrade nei prossimi giorni.

Ma la nebbia non ha risvolti negativi solamente in merito alla riduzione della visibilità sulle nostre strade e autostrade. Essa è anche sinonimo di inquinamento, specie nelle grandi aree urbane del Nord, dove in queste ore lo smog sta salendo ai massimi livelli.
Un tale scenario meteo favorirà, a tal proposito, l’accumulo di sostanze inquinanti nei bassi strati, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria, soprattutto nei grandi centri urbani, come Milano, Torino e Bologna, ma anche Padova.

SMOG e CORONAVIRUS – Negli ultimi tempi, infine, si è parlato molto di un legame tra nebbia, smog e diffusione dei virus, in particolare del COVID-19. Ma cosa c’è di vero?
Come riportato recentemente anche dal quotidiano Repubblica, alcuni ricercatori della Società Italiana di Medicina Ambientale sostengono che “in condizioni di stabilità atmosferica e alte concentrazioni di PM, le micro-goccioline infettate contenenti il coronavirus SARS-CoV-2 possono stabilizzarsi sulle particelle per creare dei cluster col particolato, aumentando la persistenza del virus nell’atmosfera come già ipotizzato sulla base di recenti ricerche internazionali”.
Questo è quanto emerge dall’analisi dei dati durante la prima fase della pandemia tra febbraio e marzo.
E non sembra essere una buona notizia per i prossimi giorni!

Nei prossimi giorni visibilità sotto i 50 metri sulle basse pianure del Nord

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