Nelle prossime 48 ore “vedremo i nuovi dati e se necessario ci saranno altre ordinanze“, cioè altre zone rosse o arancioni: lo ha affermato in un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”, il Ministro della Salute Roberto Speranza. “Il Dpcm prevede che il ministro possa intervenire su una Regione, non su una Provincia. Ma sull’area metropolitana puo’ intervenire il presidente De Luca, come ha fatto Zingaretti a Latina,” ha spiegato, commentando il suggerimento di Walter Ricciardi di chiudere l’area metropolitana di Napoli. “Dev’essere chiaro che noi stiamo svolgendo una funzione di supplenza nei confronti delle Regioni, che non si possono lamentare anche perche’ i dati vengono da loro“. Nessuna trattativa “ma i tecnici del ministero si confronteranno con quelli delle Regioni. C’e’ un modello standardizzato, i criteri sono li’ da 24 settimane e se per tre settimane una Regione non da’ i dati diventa zona rossa“.
Dopo l’incontro con i governatori, però, ha confermato Speranza, “c’e’ un clima piu’ confortevole, maggiore collaborazione, anche loro capiscono che la situazione e’ grave“. A preoccupare non sono tanto le terapie intensive “quanto i reparti dell’area medica“.
Ma attenzione: nelle ultime ore si è paventata l’ipotesi di un’aggiunta all’elenco delle zone rosse di altre due regioni: Veneto e Liguria. Lo riporta il quotidiano on line di Enrico Mentana, Open, che spiega il perché potrebbero cambiare colore e quindi di conseguenza anche le norme. Questo perché i nuovi dati non c’erano ancora nella serata in cui Conte ha parlato e se c’erano, erano ancora troppo parziali per chiarire la situazione del rischio di contagio delle singole regioni. L’attesa quindi dovrebbe finire venerdì 5 novembre, quando gli esperti dell’Istituto superiore di sanità produrranno un nuovo report sul monitoraggio settimanale, stavolta con dati più completi.
L’indice Rt delle due regioni, Veneto e Liguria, si attesta tra l’1,25 e l’1,50, e in base ai 21 indicatori considerati per il monitoraggio, avrebbero dovuto essere in zona arancione. Il peggioramento dello status è in corso di valutazione da parte dell’Iss, che potrebbe considerare più alto il livello di rischio anche per Toscana e Campania.
Ma vediamo la situazione attuale!
Il ministro della Salute aggiornerà comunque le fasce periodicamente. L’assegnazione avviene in base ai dati scientifici forniti dal Comitato tecnico-scientifico. Quali sono i criteri per collocare un territorio o un’intera regione in zona rossa, zona arancione o zona gialla?
La classificazione di una Regione in uno dei tre scenari indicati sopra è decisa dal ministero della Salute sulla valutazione di 21 criteri come ad esempio l’indice di contagio Rt, la presenza di focolai, la situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali e dei posti letto in terapia intensiva. Si terrà conto anche della capacità di monitoraggio, il cosiddetto contact tracking, che nel frattempo secondo gli esperti è saltato. Poi ci sono altri 6 parametri che descrivono la capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti. Ad esempio la percentuale di tamponi positivi esclusi i secondi e i terzi test sulle stesse persone, oppure il tempo che passa dai sintomi alla quarantena e alla diagnosi.
AREA ROSSA, A RISCHIO ALTO: Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Calabria
Sono le aree nello scenario 4 con un Rt sopra l’1,5 e una trasmissibilità non controllata del virus. È questa la fascia in cui sono previste le misure più restrittive. Vediamo quali servizi rimangono garantiti e quali attività restano aperte. Quali negozi e attività rimangono aperte nella zona rossa? Le librerie, i negozi di fiori, i negozi di computer ed elettronica, quelli di articoli sportivi, biciclette, le concessionarie di auto e moto, i negozi che vendono prodotti per la pulizia, i ferramenta, i negozi di giocattoli e vestiti per bambini, le edicole, le farmacie, le profumerie e le erboristerie e le librerie. In generale, tutti i negozi alimentari e i supermercati, oltre a quelli che vendono e di prima necessità, dalla biancheria al sapone, continuano a essere aperti. Oltre alle lavanderie e tintorie, rimangono aperti anche i parrucchieri e i barbieri. Restano aperte anche industrie, artigianato, edilizia. Per quanto riguarda la ristorazione, invece, è consentita solo la consegna a domicilio.
AREA ARANCIONE. A RISCHIO INTERMEDIO: Puglia e Sicilia
Che cosa si può fare nella zona arancione? Scenario 3, con un Rt tra 1,25 e 1,5 e una trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo. Sono previste tutte le limitazioni delle zona gialla, con interventi lievemente meno restrittivi rispetto alla zona rossa.
AREA GIALLA, A RISCHIO MODERATO: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Molise, Marche, Provincia di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto.
Cosa si può fare? Nell’ultima fascia gialla, la terza, finiranno invece tutte le Regioni che hanno un indice di rischio compatibile con lo scenario 2, dove l’Rt si colloca tra l’1 e l’1,25. Qui varranno solo le misure valide a livello nazionale. Vale a dire didattica a distanza per le scuole superiori, divieto di uscita da casa dalle 22 alle 5 e chiusura di tutte le attività nella fascia notturna, stop per musei, chiusura dei centri commerciali nel weekend, chiusura totale per sale bingo e centri scommesse. Inoltre, vengono sospesi i concorsi, viene fortemente raccomandato lo smart working e la capienza massima per i trasporti locali, dagli autobus ai treni regionali, scende al 50%. La Campania ha comunque deciso di tenere chiuse tutte le scuole.