Dal quadro modellistico ultimo, si annuncia più tenace e più resistente l’anticiclone che prenderebbe piede sul Mediterraneo centrale, ma anche su gran parte d’Europa, dagli ultimi giorni di ottobre, per poi proseguire nella prima settimana di novembre. In realtà, la consistenza strutturale potrebbe subire delle variazioni, per lievi fluttuazioni dei geo-potenziali e anche per temporanee infiltrazioni di aria più umida e talora più fresca settentrionale, in grado di fargli mollare la presa per qualche fase. Tuttavia, in linea generale, dai forecast ultimi del modello europeo ECMWF traspare un buon dominio anticiclonico, probabilmente anche per tutta la prima decade di novembre, salvo brevi interruzioni intorno al 5/6 del mese sulle regioni settentrionali e dal 7/8 verso il Sud.
Se fossimo in tempi normali, una fase anticiclonica stabile e verosimilmente anche mite di giorno, sarebbe stata quanto mai auspicabile nel cuore dell’autunno, specie, poi, dopo un lungo periodo di tempo movimentato e con piogge ricorrenti. Nel contesto peculiare in cui ci troviamo, invece, caratterizzato dal persistere della nota crisi sanitaria, un anticiclone sulle nostre teste non è certo confortevole. Se il quadro modellistico non cambia, la prima decade di novembre, potrebbe mostrarsi più problematica sotto l’aspetto del contenimento dell’azione virale per verosimili favori, in termini di maggiore aggressività del patogeno, provenienti dai bassi strati atmosferici. Infatti, una fase abbastanza prolungata, si tratterebbe di 7/8/10 giorni mediamente, con movimenti atmosferici poco significativi o comunque non particolarmente importanti, consentirebbe una maggiore stagnazione di umidità nei bassi strati e, al tempo stesso, anche di particolati nocivi, in particolare PM10, PM2,5, NO2 e svariati altri. Più umidità e più materiale chimico fine, potrebbero complicare il quadro sanitario, comportando verosimilmente più pazienti in terapia intensiva e un possibile aumento anche di morti, specie in riferimento ai soggetti più deboli e con più patologie. In linea di massima, un danno maggiore potrebbe derivare da condizioni anticicloniche se queste si mostrassero persistenti per 20-30 giorni o oltre. Fino a quando la loro persistenza non va oltre i 7/8/10 giorni, magari interrotta ogni tanto da qualche movimento di aria come sembrerebbe essere nei prossimi 10 giorni, le conseguenze negative, per quanto pur presenti, potrebbero essere contenute.
In ogni modo, sulla base del prospetto modellistico, in riferimento alle condizioni bariche nel medio-lungo periodo, ci sentiamo di dare indicazioni circa il possibile acuirsi della crisi nella prima parte di novembre, magari con effetti generali sull’Italia, ma di più al Nord, specie pianura Padana, Piemonte, Lombardia,Emilia Romagna e basso Veneto. Anche il Centro, specie Toscana, Lazio, Ovest Umbria e l’Ovest Campania, potrebbero risentire di una certa complicanza, probabilmente in misura minore i settori appenninici, del medio-basso adriatico e meridionali. La redazione di MeteoWeb, seguirà costantemente l’evoluzione del tempo nel medio-lungo periodo, apportando quotidiani aggiornamenti.